Castelsantangelo sul Nera è un piccolo comune di poco più di 280 abitanti nel cuore delle Marche. Un paesello come tanti, di quelli che non fanno la Storia, ma che contengono tante storie e che costituiscono il tessuto robusto e prezioso del nostro Paese.
Nel 2016 Castelsantangelo sul Nera è stato quasi interamente spazzato via dal terremoto che ha spezzato l’Italia centrale: non dalle scosse del 26 agosto, bensì da quelle del mese di ottobre. Vittime non ce ne sono state perché la popolazione se ne era già andata. Ma le case non hanno retto. Si sono sbriciolate e un intero paese è rimasto senza le proprie abitazioni.
Chiese, scuole, attività, seconde case, oltre alle case dei residenti.
Sono rimaste polvere e macerie.
È Vittorio Andalò, presidente dell’Associazione Viviamo Castelsantangelo e l’Alto Nera a raccontarci il dramma della sua gente:
“La burocrazia e la penuria finanziaria hanno determinato una prolungata stasi non solo nella fase di emergenza ma soprattutto in quella della ricostruzione che ovunque sta languendo lasciando i cittadini a vivere nelle cosiddette casette, abitazioni provvisorie, od obbligandoli a lasciare i luoghi d’origine trasferendo altrove famiglie e attività.
Proprio per tamponare tali esodi e non creare ulteriore desolazione si è cercato, a cura della locale Amministrazione, di trovare elementi di aggregazione affinché le poche persone rimaste potessero trovare un posto dove ritrovarsi e socializzare. A tal fine si è pensato di creare le cosiddette Sale Polivalenti destinate ad accogliere mostre, presentazioni, incontri, riunioni politiche e culturali.
La prima Sala è stata ultimata a Castello ed è frutto della donazione di un’Associazione del Trentino che ha donato tutta l’elegante struttura in legno. L’arredamento è stato donato da altre Associazioni che con la loro generosità hanno contribuito al funzionamento di tali centri di aggregazione sociale.
Altri due progetti similari come struttura e come finalità sono in corso di realizzazione a Gualdo e Nocria due frazioni a pochi chilometri da Castello. La prima è in fase di ultimazione, la seconda verrà in seguito ma i lavori sono già iniziati
È stato richiesto alla nostra Associazione di donare a tali strutture tutti gli elementi di arredamento necessari al funzionamento delle Sale per cui stiamo provvedendo all’acquisto di sedie, tavoli, sistema di amplificazione e quant’altro necessario che entro la fine del corrente mese faremo recapitare a Gualdo. Una volta completate le Sale saranno gestite dalla locale Amministrazione Comunale.”
Noi di Buck e il Terremoto siamo venuti a sapere di questo progetto tramite conoscenze personali. Sandra Faè, che ha contribuito alle raccolte di BeiT con i suoi racconti e con la partecipazione a diverse presentazioni, ci ha messo in contatto con Anna Marzoli, sua cara amica, ora residente a Roma, che ha perso la casa di famiglia nel terremoto.
Da tempo stavamo ragionando sulla possibilità di destinare le donazioni a un progetto concreto e tangibile: certamente non per mancanza di fiducia nella Croce Rossa, a cui abbiamo donato finora, ma per poter vedere i frutti concreti delle nostre donazioni.
Così la nostra scelta è stata rapida e unanime: d’ora in poi le nostre donazioni andranno a Castelsantangelo e contribuiranno ad arredare le sale polivalenti affinché quelle popolazioni possano recuperare le loro radici e ricostruire pian piano il loro paese.
Il municipio ha accolto la nostra iniziativa con entusiasmo e ci ha concesso il patrocinio.
Ora non ci resta che continuare a lavorare e raccogliere quanto più possibile per ridare un po’ di speranza a chi è stato così duramente colpito.
Voi, se volete, potete continuare ad aiutarci, comprando i nostri libri, leggendoli, e diffondendo il nostro motto. Perché, davvero, l’amore non crolla.
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