Deborah Leonardi, In una gelida notte, tratto da Buck e il Terremoto
Si avvicinò alla fonte del rumore: c’era un fagotto di coperte semisepolto dalle macerie.
La neve aveva già cominciato a depositarsi intorno a lui. Il cucciolo non avrebbe superato la notte, il lupo lo sapeva bene: sentiva la morte che si avvicinava per portarselo via. Poi, forse, qualche altro animale sarebbe venuto a reclamarlo come cibo. Il lupo non l’aveva mai fatto, non mangiava carogne. Cacciava le sue prede.
Forse un cane, quella specie di cugini dei lupi che teneva compagnia agli esseri a due zampe, avrebbe saputo come comportarsi con un cucciolo. Ma lui, il lupo, non sapeva cosa fare.
Estratto da In una gelida notte di Deborah Leonardi, letto da Edoardo Camponeschi